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La sostenibilità ci avrebbe salvato dalla guerra Ucraina?
Probabilmente No, ma sicuramente gli impatti sarebbero stati diversi ...
Il probabilmente No fa parte di quella follia umana in cui pochi vogliono definire il destino di altri. E qui mi fermo, perché mi interessa invece molto di più la riflessione sostenibilità-guerra, in quanto quella Ucraina è probabilmente l’ultima visibile di molte altre scaturite per interessi economici che guardavano all’approvvigionamento delle materie prime.
Si parla di sostenibilità oramai da qualche decennio, con una consapevolezza accresciuta solo da qualche anno, ma ancora siamo in difficoltà quando dobbiamo comprenderne la pienezza.
La sostenibilità nel suo assieme guarda oltre, guarda all’equilibrio delle risorse e del vivere comune, ponendo delle priorità anche oggettive, le quali richiamano in primo luogo all’acqua ed alla riduzione delle emissioni.
Le guerre legate all’acqua sono sempre più crescenti, con conseguenze che si traducono anche in flussi migratori che solo a pensare di bloccarli è perlomeno complicato.
Ma i fattori che impattano nella lotta alla riduzione delle emissioni se vogliamo è ancora più difficile.
Proviamo a collegarle alle guerre degli ultimi decenni: queste hanno sempre visto le fonti combustibili come parte primaria della contesa, fino a creare nel conflitto ucraino l’assurdo quanto ineludibile problema che chi è attaccato (e per questo intendo la comunità europea) si trova a dover finanziare chi attacca.
Se in passato avessimo posto lo sguardo in modo diverso, probabilmente avremo ridotto queste fonti obbligate già da qualche tempo, riducendo quella voglia di conflitti perché economicamente poco convenienti.
Una delle conseguenze dirette va inoltre a pesare sugli approvvigionamenti, vedi la supply chain che alimenta le produzioni globali, di ogni genere e tipo.
Uno scossone in tal senso era già arrivato con la pandemia, ma anche qui, se avessimo posto uno sguardo con gli occhi della sostenibilità avremo perlomeno percepito che alcuni fattori di rischio erano palesi.
È evidente la difficoltà delle istituzioni quando devono trovare un equilibrio tra etica, ambiente ed economia, ma altrettanto risulta palese l’incongruenza quando alcuni rappresentanti hanno come unica visione prospettica il ritorno elettorale di breve periodo, ponendo in difficoltà persone ed economia di intere nazioni.
E quindi?
Si, sono convinto che la sostenibilità ci poteva e potrà salvare da conflitti per i fattori di cui sopra, e non è questione di consegnare mondi nuovi alle nuove generazioni, ma una semplice questione di giusta e civile umanità.
Bedin Fabrizio